Burbero solo all'apparenza
, scanzonato ed irriverente con i molti amici che si era guadagnato con anni di relazioni tessute
raccontando e sviscerando la storia e le storie di una comunità e della sua amata terra, elemento
imprescindibile e totalizzante di ogni sua azione.Più che un giornalista,
Fabrizio Masci amava definirsi
cronista. Uno di quelli in
prima linea, sul marciapiede a cercare notizie e a consumare la suola delle scarpe. Un uomo - solo in superficie - del passato ma profondamente innovativo, dai
modi garbati ed ottocenteschi e, allo stesso tempo, "rivoluzionari".
Quella di Masci è stata una lunga carriera cominciata con
"Il Tempo" e proseguita con "
Il Messaggero, l'
Ansa e il "Corriere dello Sport", impreziosita dalla co-fondazione dell'esordiente
quotidiano "Latina Oggi" (con cui ha collaborato fino al giorno antecedente la morte) e del
"Pontin Sportivo", creatura mitologica in grado di
bruciare copie e proporsi agli occhi dei lettori con una
veste accattivante e un
linguaggio accessibile a tutti.
Analista politico e cantore delle gesta sportive della sua Terracina: dal calcio, con la gloriosa compagine biancoceleste in giro per mezza Italia, a boxe, volley e pallacanestro, senza tralasciare l'
atletica, suo
primo amore agonistico fino all'i
ncidente in lambretta coinciso con il coma che lo tenne lontano dalle piste e gli tolse l'onore e l'onere di fare il "
tedoforo olimpico" nel tragitto terracinese verso la Capitale nel 1960.
Ma Fabrizio Masci era anche altro. Un
ragazzo cresciuto in fretta a cui la famiglia aveva affidato i compiti genitoriali più delicati, uno dei
primi operatori turistici di fama con il piccolo alberghetto
"Anxur" trasformato in un
polo attrattivo (in grado di ospitare personaggi del rango di Luigi Tenco,
Primo Carnera e i fratelli D'Inzeo) per chiunque visitasse la città a cavallo tra gli anni '70 e '80.

Amico intimo di
Nando Martellini (con il quale amava scambiare parole in libertà in riva al mare), componeva un
trio d'assi con il compianto professor Selvaggi e Vittorio Pernarella.
Animatore del circolo cittadino degli scout e fautore del gemellaggio e degli scambi culturali con la città di
Bad Homburg, Masci si è districato in ogni aspetto sociale, sportivo, politico e di costume cittadino in
modo camaleontico e con una
perspicacia fuori dal comune.
Poliedirico e geniale, ligio al dovere fino alla fine. C'è il suo timbro, infatti, sull'
organizzazione dell'ultimo giro d'Italia organizzato a Terracina insieme al "fratello"
Tiziano Testa. Gli ultimi anni spesi raccontando la
cronaca nera e l'attualità, poi l'infarto e la
difficile convalescenza.
Dalla sua morte, avvenuta proprio il
19 Febbraio del 2003, sembra essere calata una
coltre nebulosa sulla memoria. Anche se all'
inspiegabile oblio delle istituzioni cittadine e delle varie associazioni sportive presenti all'ombra di Pisco Montano, ha fatto da contralatare l'affetto di chi
"Fumitt'" (così venne ribattezzato in modo affettuoso e tutto terracinese Fabrizio) l'aveva
conosciuto ed apprezzato.In strada,
penna e taccuino in mano pronto a trascrivere - per poi
dettare rigorosamente per via telefonica - il nuovo pezzo.
Schivo sì, ma solo davanti ai
compromessi.
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