La nazionale come un punto di arrivo, ma non l'ultima tappa di una carriera partita agli albori degli anni 2000 nella sua Terracina e con la sua creatura, il Terranova beach soccer. Di acqua sotto ai ponti ne è passata molta, tra titoli vinti e sacrifici, entusiasmanti cavalcate e fisiologici addii.
Emiliano Del Duca oggi è il capo allenatore dell'Italbeach, un ruolo di prestigio e responsabilità che lo vedrà al timone degli azzurri della sabbia a partire dalle tappe di Baku e Minsk valevoli per le qualificazione all'europeo, due appuntamenti cruciali in vista della fase finale da disputare in Sardegna.
Il ritorno nella sua piccola patria con il primo raduno incensato da tributo tinto di azzurro alla sabbia dorata dove tutto ebbe inizio, la sublimazione di un viaggio circolare con Terracina centro di gravità permanente. Il piccolo grande mondo di mister Del Duca.
- Emiliano Del Duca, un terracinese alla guida dell'Italbeach: sensazioni, progetti, ambizioni.
Con la nomina a commissario tecnico dell'Italia ho raggiunto l'apice della mia carriera, coronando un sogno partito da lontano. Ho cominciato nella mia città prima contribuendo alla creazione del club di beach soccer, poi vincendo tutto quello che c'era da vincere. La nazionale è stato l'approdo naturale, un punto di arrivo che valuto allo stesso tempo come un punto di partenza per costruire qualcosa di importante in ottica futura
- Il momento tecnico e storico del nostro movimento. Urge un ricambio generazionale: oltre al blocco di beachers di Viareggio, Terracina e Catania non riusciamo a formare giovani interessanti in funzione della maglia azzurra. Qual è il motivo?
A livello europeo il beach soccer sta conoscendo una crescita - sotto ogni aspetto - impetuosa. Per questo, imporsi con la nazionale diventerà stagione dopo stagione difficile: noi siamo pronti e lavoreremo per raggiungere i risultati che ci siamo prefissati. Per il rinnovamento, invece, non deve trattarsi di un ossessione. Ricostruire un ciclo vincente con l'inserimento graduale di nuovi beachers sarà la mia più grande sfida da affrontare insieme a tutto il mio staff, ponderando ogni singola decisione e valorizzando le nuove leve presenti nel nostro movimento.
- Prossimi appuntamenti ufficiali a Baku e Minsk, con le gare valevoli per le qualificazioni al campionato europeo.
Sì, saranno i primi test del nuovo corso. Ora, però, è il momento di lavorare sodo e mettere benzina nelle gambe in vista delle sfide di giugno con Svizzera, Germania e Ucraina che saranno "propedeutiche" a quelle in terra bielorussa. Il gruppo mi sta dando risposte positive e sono molto fiducioso per l'immediato futuro. Arriveremo pronti agli appuntamenti che contano, giocandoci le nostre carte contro qualsiasi avversario
- Quali disposizioni potrebbero far decollare definitivamente l'intero sistema beach soccer: limitazione degli stranieri, introduzione obbligatario del vivaio per i club di serie A, destagionalizzazione degli eventi connessi alla disciplina
Il mio ruolo di cittì mi impone di selezionare, allenare ed ottenere il massimo dai miei ragazzi. C'è un dipartimento della Lega nazionale dilettanti deputato allo sviluppo del beach soccer, quindi pendiamo dalle loro decisioni. La professionalizzazione dei club, serbatoio e risorsa della nostra nazionale, è stata avviata negli ultimi anni per rendere tutto il movimento più competitivo a livello europeo. Certamente ci saranno novità tese livellarci agli standard continentali, ma non spetta a me indicarle.