logo
Categoria: Doppio senso
le-interviste-doppie-milan-club-juventus-club-parola-a-di-girolamo-e-pica

Le interviste doppie: Milan Club-Juventus Club, parola a Di Girolamo e Pica

In un periodo esplosivo dal punto di vista delle vicende connesse al tifo calcistico, abbiamo deciso di stemperare a modo nostro il clima mettendo di fronte due dei più importanti rappresentanti cittadini di Milan e Juventus, protagonisti nei club locali: Guido Di Girolamo ed Alessandro Pica, ponendo l'accento sulle diversità quasi "antropologiche" delle due tifoserie e sulla vicinanza umana, passionale e goliardica che li accomuna. 

- La scelta della squadra del cuore: questione di eredità famigliare o colpo di fulmine legato a un calciatore, una partita o un determinato periodo storico.

Di Girolamo: Eredità famigliare, anche se preferisco pensare che tra me e il Milan sarebbe lo stesso scoccato il colpo di fulmine.

Pica: Chiaramente un retaggio famigliare, dovuto alla fede bianconera di mio fratello e mio padre. Non avrei potuto tifare per nessuna squadra diversa dalla Juventus. 

- Il significato di tifare Milan/Juventus a Terracina.

Di Girolamo: Tifare Milan non è mai troppo difficile. Quando ero piccolo, negli anni 80', molti sostenevano la Juve, mentre noi milanisti crescevamo in modo graduale. Tifare una squadra a 700 km di distanza non è semplice, perché l'aspetto geografico influisce sulle presenze allo stadio, almeno nella prima fase di "sviluppo" del tifo.

Pica: Tifare Juventus a Terracina significa ricercare ancora di più identità e condivisione proprio perché ti senti lontano da quella che è la tua  casa sportiva. Tutti questi chilometri che ti separano da “casa” rendono il nostro viaggio e l’arrivo a destinazione ancora più bello. Sfido un qualunque altro tifoso ad avere i nostri stessi occhi gonfi di gioia quando iniziamo a vedere lo stadium e poi  la tristezza che abbiamo quando andiamo via da “casa”.

- Il primo nitido ricordo allo stadio.

Di Girolamo: Roma-Milan 0-1, Pietro Paolo Virdis. Correva la stagione 1984/85. 

Pica: Avevo 9 anni, era novembre o dicembre del 1993 e all’una varcai con la mia famiglia la tribuna Monte Mario. Già due ore prima  della gara gli ultras bianconeri cantavano dentro lo stadio, usanza quella di cantare nei pre-partita  che purtroppo si è persa. I tifosi cantavano cori per il San Paolo in cui militava un invecchiato  Cerezo che aveva qualche ora prima sconfitto il Milan per 3-2 nella Coppa Intercontinentale. Quel giorno decisi che in futuro volevo essere uno di loro e vivere la Juventus allo stadio. Perdemmo 3-1  ma non ricordo chi segnò il primo goal per i laziali. Noi pareggiamo con Andrea Fortunato, poi Boksic li riportò in vantaggio e Gascoigne chiuse la partita.

- Un calciatore, un titolo vinto e una gara che invidi al tuo rivale. 

Di Girolamo: Il calciatore? Tagliavento. Il trofeo sicuramente quello del 28 Maggio a Manchester, ah no: lo hanno perso. La sfida? Barcellona-Juventus 3-1 a Berlino, giocarono molto bene....

Pica: Gli invidio lo scudetto del 99' vinto a Perugia, perché nonostante numerosi furti arbitrali sono riusciti a farlo passare come uno scudetto limpido.Ricordo  ancora il rigore fischiato a Ganz nel derby di andata pareggiato per 2-2, il goal irregolare di Ziege  in Milan-Roma 3-2 dopo un fallo di mano di Bierhoff, il goal annullato a Tudor in in Milan-Juve terminata 1-1, il goal di Vieri annullato da Collina nello scontro diretto con la Lazio che avrebbe chiuso la corsa scudetto,  e la ciliegina sulla torta:  il rigore negato da Treossi alla Lazio per fallo di Mirri su Salas. Ogni anno si intervistano Turone, Simoni e Ceccarini, ma mai nessuno che va da Vieri o Treossi. E la cosa bella è che se n’è parlato cosi poco che i laziali se ne sono subito dimenticati.

- Quanto ha perso il nostro calcio in termini di folklore e goliardia negli ultimi anni.

Di Girolamo:  Ha perso troppo, forse tutto. Di quel “meraviglioso giuoco” è rimasto ben poco e le nuove generazioni si allontaneranno sempre di più dal calcio giocato e dagli stadi.

Pica: Non lo so quanto abbia perso,  io continuo a viverlo comunque con lo stesso folklore e goliardia di un tempo. 

- Credete che l'avvento dei social abbia esaperato gli animi?

Di Girolamo: Ovviamente, parlare dietro una tastiera, rende leoni anche i più mansueti e la passione calcistica non fa eccezioni.

Pica: Facebook ha chiaramente esasperato gli animi, infatti spesso evito discussioni troppo accese per non cadere in sterili liti; però se gli animi sono easperati la colpa non è dei social che sono probabilmente una valvola di sfogo, piuttosto mi domanderei il perché la gente è esasperata.

- Si può coniugare la fede per due squadre, seppur in contesti completamente differenti, o l'amore incondizionato resta unico ed impossibile da "dividere".

Di Girolamo:  Si può certamente coniugare l’amore per la propria terra,esprimerlo con la squadra della propria città, aiutati dalla distanza geografica e calcistica.

Pica: Io ci sono riuscito amo la Juventus e amo la San Damiano sono due amori diversi ma intensi allo stesso momento. Grazie a queste due passioni ho due famiglie che  mi supportano in qualsiasi momento. Due anni fa ero a Milano per lavoro e c’era Barcellona-Juventus ritorno dei quartii di finale di Champions League e, in contemporanea, San Damiano-Falasche partita decisivia per il campionato amatoriale. Io ero davanti alla tv a vedere la Juve ma collegato al telefonino minuto per minuto per seguire la sfida della San Damiano.

- Meglio l'attuale Juventus o il Milan campione d'Europa nel 2007?

Di Girolamo: La più forte squadra che il calcio abbia mai visto è quella di Arrigo Sacchi. Quel Milan fu un 'ottima squadra e vinse meritatamente la Champions, la Juve di adesso ancora no. Aspettiamo giugno.

Pica: Meglio l’attuale Juventus, quel Milan non era niente di che, se non fossero comparsi episodi arbitrali favorevoli come il rigore negato al Celtic  per un fallo di mano agli ottavi e  il goal - nel quarto di finale -  in fuorigioco di Inzaghi a Monaco di Baviera, quella coppa non l’avrebbero mai alzata.  I Milan veramenti forti, e con cui andrebbe invece fatto un confronto, restano quello del quadriennio 2003-2006.

-  "El goal gol más gritado"della tua“carriera” di tifoso.

 Di Girolamo: Avete presente Shevchenko che guarda l'arbitro uno, due, tre volte prima di calciare? Ecco, quello….

- Pica:  Siamo agli ultimi minuti di Juventus-Fiorentina, Sandro Ciotti decide di tenere la linea, Torricelli lancia... Del Piero reete!!!! E' la fine di un incubo dato che perdevamo 2-0 e a "Quelli che il calcio" facevano vedere Zeffirelli collegato da Londra festante e l’inizio di un sogno, un sogno che si avverò il 21 maggio se non sbaglio quando conquistammo quello che fu il mio primo scudetto da bambino.Tre giorni dopo giocarono Milan-Ajax  e segnò Kluivert.

- Una cosa che non hai mai detto e pensi del tuo rivale cittadino di tifo calcistico...

Di Girolamo:  È un bravo ragazzo, ha fatto crescere in maniera esponenziale lo Juventus club e da questo punto di vista sono un esempio. Mi dispiace per lui che sia tifoso della Juve,ma non si può essere perfetti.

Pica: Lo ringrazio soprattutto perchè grazie a lui sono ritornato bambino con quello sfottò che si faceva alle elementari quando andavi a scuola con i compagni di classe. Considero Milan-Juve un derby a Terracina grazie a lui e grazie alla sua comunità. In questi atti di quotidiana goliardia si percepisce quella voglia di essere in senso buono un eterno Peter Pan. E per questa spruzzata di sano infantilismo, rispetto ad un mondo che si prende fin troppo sul serio, non posso che ringraziarlo infinitamente.
Top